Chi siamo
“Associazione Culturale Venus - Archivio Fotografico Navale Italiano”
Situazione in Italia
Una delle destinazioni ultime delle immagini fotografiche navali è, ovviamente, la “collezione”, intendendo per tale un insieme organico di fotografie, debitamente catalogato, a disposizione di coloro che necessitano di documentazioni iconografiche originali a scopo di studio, pubblicistico e di ricerca storica.
In particolar modo per quanto riguarda l’Italia la dispersione di vasti archivi fotografico-navali ha fatto registrare la scomparsa, in molti casi definitiva, di documenti dal grande valore storico, spesso l’unica documentazione esistente su particolari aspetti delle vicende marittime del nostro paese o su specifiche tipologie di unità.
Tuttavia, esistono fortunatamente alcune realtà tramite le quali è stato possibile conservare importanti documenti fotografici che rendono possibile la ricerca, la pubblicistica e la divulgazione stessa della storia navale del nostro paese.
L’archivio fotografico dell’Ufficio Storico della Marina conserva parecchie migliaia di fotografie (tra cui un certo numero di lastre rivenienti anche dall’archivio Priore di Taranto) e, periodicamente, viene arricchito da donazioni e lasciti di privati.
Un vasto archivio, ottimamente gestito e per il quale – pionieristicamente – già nei primi anni Novanta era stata avviata la registrazione digitalizzata delle immagini, è quello della Società Ansaldo di Genova: sono conservate non soltanto fotografie navali riferite a tutta la produzione cantieristica aziendale, ma anche piani costruttivi, immagini e documentazioni varie relative agli altri campi in cui l’Ansaldo si trovò ad operare, dalle artiglierie al materiale ferroviario, agli apparati propulsivi e ad ulteriori settori ancora.
Il Museo Storico Navale di Venezia, il Museo Tecnico Navale della Spezia e il Civico Museo Navale Didattico di Milano possiedono, a loro volta, archivi fotografici composti da qualche migliaio di immagini; altri “fondi” sono disponibili presso l’Archivio della Fincantieri (ex Cantieri Navali Riuniti) del Muggiano alla Spezia. Non va poi dimenticato il vasto archivio dell’Istituto Luce (Roma) ove sono conservate soprattutto importanti documentazioni cinematografiche, un settore alquanto inesplorato e fonte – anche nel recente passato – del rinvenimento di interessanti e inedite documentazioni riferite alle vicende navali italiane degli anni Trenta e Quaranta.
Inoltre i fotografi navali italiani “privati” dispongono di archivi di grande importanza, ed è soprattutto la loro certosina attività che permette alla pubblicistica specializzata italiana, oggi, di occupare una posizione di preminenza a livello mondiale in un campo nel quale la ricerca della qualità delle riproduzioni iconografiche è diventato uno degli elementi più significativi e richiesti dai lettori e dagli appassionati. Il collezionista (e autore) maggiormente impegnato in questo specifico campo è Erminio Bagnasco, del quale alcune opere possono essere considerate uno dei più interessanti esempi di approfondimento storico realizzati per immagini. Approfondimento, e divulgazione, resi possibili dall’esistenza di altri, importanti archivi riferibili ai più noti autori e studiosi italiani del campo storico-navale.
A fronte del malaugurato trasferimento all’estero, negli anni Sessanta, della vasta collezione dell’avv. Barilli di Bologna, un caso di segno opposto è invece costituito dal lascito dell’ing. Elio Occhini (una collezione fotografica navale composta da oltre 140.000 pezzi), del quale – alla scomparsa del suo proprietario – è diventata proprietaria la biblioteca “Angelo Maj” di Bergamo e che viene gestito con grande professionalità dal Sig. Mario Piovano.
Situazione nei principali paesi esteri
All’estero, sono numerosi i musei e le istituzioni che gestiscono grandi collezioni fotografiche di notevole valore storico e documentale. Vanno ricordati il Musée National de la Marine di Parigi e il Bundesarchiv di Coblenza; tuttavia le più importanti istituzioni in questo campo sono quelle britanniche, con l’Imperial War Museum di Londra e con il National Maritime Museum di Greenwich curatori e conservatori di vastissime collezioni fotografiche riferite, nella pratica, a tutti gli aspetti della storia navale inglese degli ultimi centocinquant’anni. Di grande importanza, infine, l’archivio fotografico del Naval Historical Center dell’U.S. Navy (Washington, D.C., ora “Naval History & Heritage Command) che gestisce un “corpus” di oltre 100.000 immagini dalla guerra civile agli anni Sessanta, con particolare riferimento agli aspetti navali della partecipazione statunitense alla seconda guerra mondiale
Il futuro delle collezioni fotografiche, e di quelle navali in particolare, non può non essere individuato in una loro presenza in rete e – in questo specifico campo – il Bundesarchiv e il Naval Historical Center rappresentano due realtà molto avanzate, i cui siti web consentono un’“esplorazione” informatica quanto mai precisa, rapida, approfondita e propedeutica all’eventuale acquisto, ovviamente via internet, delle copie cartacee o elettroniche delle immagini prescelte.
Infine, una seppur breve menzione va fatta per i numerosi collezionisti stranieri – spesso essi stessi importanti autori del settore navale – i cui archivi costituiscono da molti anni una fonte iconografica primaria, di sicuro riferimento e dalle grandi valenze qualitative e quantitative. Paul H. Silverstone e Arthur D. Baker (U.S.A.) dispongono di una grande collezione riferita alle unità dell’U.S. Navy; il compianto David K. Brown (del Royal Corps of Naval Constructors), Alan Raven e John Roberts sono i più noti e preparati autori britannici nel campo navale e le loro collezioni fotografiche sono composte da un grande numero di immagini di grande qualità e valore storico; non da meno sono le raccolte di Jean Guiglini e Robert Dumas, le più importanti e vaste tra quelle dei collezionisti francesi.
Quale futuro in Italia?
Relativamente all’attuale situazione delle collezioni fotografiche navali in Italia, quanto delineato più sopra evidenzia una serie di elementi negativi:
- Eccessiva “frammentarietà” delle collezioni.
- Collezionisti di età spesso molto avanzata e privi di discendenti o successori aventi le medesime passione e preparazione nello specifico campo.
- Dispersione di importanti archivi, anche vasti e storicamente significativi, una volta deceduto il proprietario.
- “Frammentazione” dei predetti archivi in rivoli anche secondari del collezionismo: tipico l’esempio di collezioni reperibili sulle bancarelle del mercato d’antiquariato a prezzi, inoltre, assolutamente fuori mercato.
- Sostanziale incapacità dei gestori delle collezioni, soprattutto pubbliche, nel valorizzare e rendere disponibili le immagini per finalità di ricerca o pubblicistica.
- Totale assenza, a livello nazionale, di un coordinamento operativo tra i collezionisti (sia pubblici sia privati) finalizzato alla valorizzazione dei repertori fotografici, con le finalità indicate al punto precedente.
Si è reso quindi necessario dare vita ad una struttura avente come finalità e scopo operativo non soltanto la salvaguardia dell’attuale patrimonio fotografico navale italiano, ma anche e soprattutto la sua valorizzazione dinamica nei più ampi settori della cultura e della pubblicistica specializzate, tanto in Italia che all’estero.
L’“Associazione Culturale Venus - Archivio Fotografico Navale Italiano”
Il 23 aprile 2010 è stata ufficialmente costituita l’“Associazione Culturale Venus - Archivio Fotografico Navale Italiano”: una struttura avente come finalità l’acquisizione e la successiva gestione di collezioni fotografiche navali che, diversamente, si avvierebbero alla pressoché certa dispersione una volta scomparso il proprietario-curatore.
Per quanto ovvio, l’Associazione gestirà anche immagini in formato cartaceo o elettronico concesse in uso da collezionisti viventi e tuttora in attività, che desiderano collaborare propositivamente al nostro progetto.
L’Associazione è il primo Ente in Italia avente come scopo la conservazione viva e dinamica di un “corpus” comprendente raccolte fotografiche (e, in prospettiva futura, anche piani costruttivi, documentazione originale e specifica ecc) per la cui gestione – e soprattutto per la migliore “visibilità” – è stato realizzato questo sito internet.
Una gestione informatica delle raccolte fotografiche consentirà all'Associazione di porsi come “partner” di primaria rilevanza nei confronti di ricercatori, storici, autori, case editrici specializzate e semplici appassionati.
Il Presidente dell’Associazione “Venus” è l’ammiraglio Giuseppe Celeste, già facente parte del Corpo delle Armi Navali della M.M. e Direttore del Museo Tecnico Navale della Spezia, ed oggi presidente dell’“Associazione Amici del Museo navale e della Storia”, con sede alla Spezia.
Dell’attuale Consiglio Direttivo dell’Associazione “Venus” fanno parte il dr. Maurizio Brescia (membro del Comitato di Redazione della rivista mensile “STORIA militare”) e l’arch. Gianfranco Ricco, anch’essi Soci dell’“Associazione Amici del Museo navale e della Storia”.
Conclusioni
Dato l’innegabile valore della “fotografia” in quanto componente fondamentale della ricerca storica, consideriamo alcuni elementi significativi:
- Mancanza in Italia di un vero e proprio archivio digitalizzato dell’immagine navale. Le uniche realtà positive sono oggi costituite dall’archivio fotografico della Società Ansaldo, limitato però alla produzione dell’Azienda, e da quello dell’Ufficio Storico della Marina Militare. Entrambi gli archivi, tuttavia, non sono disponibili in rete.
- Malaugurata “dispersione”, nel tempo, di rilevanti e talvolta imponenti collezioni fotografiche, con la conseguente perdita di immagini uniche e di grande valore storico (da lastre originali di fine ‘800 a fotografie inedite di entrambi i conflitti mondiali).
- Necessità da parte di ricercatori e storici di poter disporre, sfruttando i moderni mezzi informatici, di un materiale visivo e iconografico di prim’ordine e in tempi relativamente brevi.
Con la creazione dell’“Associazione Culturale Venus - Archivio Fotografico Navale Italiano” si è quindi inteso dare vita a una vera e propria realtà “di riferimento” a cui i possessori di rilevanti collezioni fotografiche e/o documentali potrebbero destinare in lascito dette raccolte, evitandone quindi la frammentazione, la dispersione e – in ultima analisi – consentendo alla struttura proposta (e all’Associazione Amici del Museo Tecnico Navale e della Storia) di diventare il primo e più importante “conservatore” e “diffusore” dell’immagine fotografica navale in Italia ed uno tra i primi in Europa.
Giuseppe Celeste
Maurizio Brescia
Gianfranco Ricco
La Spezia, novembre 2012